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Carico di lavoro mentale, applicazioni della ISO 10075 “Stress da lavoro correlato e accompagnamento al cambiamento da Covid-19”
Una buona regolazione del carico mentale significa maggior benessere, minori errori e migliori prestazioni. I contenuti della norma UNI EN ISO 10075 sono utili per diverse applicazioni in azienda
Sollecitazione e tensione nella norma ISO 10075
La norma ISO 10075 è composta da tre parti con oggetti e date diverse (parte I, sui principi e i concetti generali, 2018; parte II, progettazione, 2002; parte III, misurazione, 2005).
Lo standard si collega in modo esplicito alla ISO 6385:2017 “Principi ergonomici nella progettazione dei sistemi di lavoro”, che abbraccia aspetti più ampi quali il processo di progettazione, la valutazione e il monitoraggio della progettazione svolta.
Secondo i termini della norma ISO 10075, si distingue lo stress mentale dallo strain mentale. Lo stress mentale è dato dai fattori esterni che possono influenzare mentalmente una persona, è quindi una “sollecitazione” mentale; nell’esempio di poco fa, il fatto di dover svolgere un compito mentale quale un calcolo, e nelle condizioni date.
Lo strain mentale, o “tensione” mentale, è invece l’effetto dello stress sull’individuo, a seconda della sua condizione corrente; nell’esempio di prima, il fatto di essere più o meno abituati a svolgere quel tipo di calcolo, di essere in buona salute, ecc.
Vi sono effetti facilitanti di tale esposizione:
- nel breve termine, quali l’effetto riscaldamento e l’apprendimento
- nell’esposizione di lungo termine o ripetuta, quali l’allenamento, lo sviluppo di competenza.
E vi sono effetti nocivi della stessa esposizione, quali:
- nel breve termine ad esempio la fatica mentale, la monotonia
- in un’esposizione ripetuta o nel lungo termine, esaurimento
Da tenere presente nella progettazione
Il progettista dovrebbe tenere presenti gli effetti positivi e nocivi del carico mentale di lavoro. Lo standard fornisce indicazioni circa le modalità di adattamento del sistema di lavoro all’utente, in particolare per quanto riguarda intensità del carico e durata dell’esposizione al carico.
In particolare, vengono presi in considerazione gli effetti su:
- fatica mentale: l’alterazione temporanea dell’efficienza mentale e fisica, dipendente dall’intensità e dalla durata dello strain mentale
- monotonia: lo stato di evoluzione lenta di ridotta attivazione, spesso associato o facilitato da compiti lunghi, uniformi e ripetitivi
- riduzione della vigilanza: lo stato con ridotta attivazione e rilevamento della prestazione, associato spesso a compiti di monitoraggio che presentano modeste variazioni
- saturazione: stato di confuso nervosismo e forte repulsione emotiva di un compito ripetitivo o di una situazione percepita come improduttiva; diversamente dalla monotonia o dalla riduzione di vigilanza, nella saturazione è presente un’attivazione, spesso maggiore, assieme auna valutazione negativa del compito
Vengono suggerite (appendice A alla parte I) soluzioni progettuali per evitare effetti negativi del carico di lavoro mentale nei diversi livelli di progettualità: progettazione di un compito o attività, di un’attrezzatura, di un ambiente, o degli aspetti organizzativi.
Ad esempio, per la progettazione di un’attrezzatura, nel prospetto seguente (tratto e adattato dal prospetto A.1 della ISO 10072-2) si evidenziano alcuni suggerimenti progettuali.
Effetti del carico mentale | ||||
Livello di progettazione | Fatica | Monotonia | Ridotta vigilanza | Saturazione |
Attrezzatura di lavoro | Presentazione non ambigua delle informazioni | Evitare i compiti scanditi dalla macchina Predisporre il lavoro a misura dell’operatore Prevedere cambiamenti nel modo di presentare il segnale | Buona visibilità del segnale | Fornire opportunità per forme personalizzate di svolgimento del compito |
Visualizza la nostra valutazione da stress correlato
Accompagnamento al cambiamento da Covid-19
Da un’analisi complessiva abbiamo potuto rilevare quanto si siano modificati mercati e regole del lavoro e di come la rete sia entrata prepotentemente a far parte della nostra vita quotidiana, anticipando quella che sarebbe, quasi certamente, stata una naturale evoluzione del mondo del lavoro dei nativi digitali, determinando, soprattutto nei lavoratori più fragili, ansia e stress.
La valutazione del rischio stress lavoro-correlato ha avuto il pregio di richiamare l’attenzione dei datori di lavoro sugli aspetti organizzativi e attivato la riflessione sugli aspetti degli interventi migliorativi di pianificazione e gestione delle persone nei processi di lavoro.
Oggi però le contingenze economiche e di tutela della salute ci chiedono di migliorare ancora e riuscire ad accompagnare l’inevitabile cambiamento imposto da questa fase così da fronteggiare le resistenze organizzative e individuali che la continua richiesta di adattamento, con il connaturato stress, ci impone.
Rispetto ai cambiamenti organizzativi dei quali si ha avuto esperienza sino ad oggi, quello attuale si caratterizza per la sua origine esogena (COVID-19 come causa scatenante), per la sua dimensione generalizzata (tutte le organizzazioni sono interessate) e per la difficoltà a valutarne le caratteristiche temporali.
Lavorare oggi sull’accompagnamento al cambiamento organizzativo considerando in modo adeguato i fattori di progettazione e organizzazione del lavoro consente di prevenire il rischio stress lavoro correlato di domani.
Il modello proposto consente di valutare i fattori di cambiamento, gli effetti che possono essere stati prodotti ed i fattori di mediazione ed antecedenti su cui svolgere eventuali approfondimenti fornendo un supporto nell’accompagnamento al cambiamento, in fase di monitoraggio e di sviluppo.
Leggendo il modello da sinistra a destra è possibile utilizzarlo per progettare il cambiamento e monitorarlo in azione mentre se lo si legge da destra a sinistra è possibile analizzare lo stato dell’organizzazione a partire dai risultati raggiunti per individuare quali informazioni raccogliere per organizzare eventuali interventi.
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