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Approvato il protocollo sicurezza con le regole per il rientro a scuola
Il protocollo contiene le misure base per gestire l’emergenza ma anche una serie di impegni tra governo e sindacati per migliorare l’attività scolastica
Orari scaglionati per evitare gli assembramenti, igienizzazione e sanificazione di tutti i locali e spazi usati dagli studenti, supporto psicologico per gli studenti, una commissione per gestire l’emergenza, isolamento immediato dei casi sospetti con attivazione della procedura di emergenza con il Dipartimento di Asl competente, limitazione serrata degli ingressi di persone estranee al contesto scolastico: sono alcune delle misure previste dal protocollo di sicurezza, che questa mattina è stato firmato dai sindacati e dal ministero dell’Istruzione, dopo una trattativa complicata. «Un accordo importante – scrive la ministra – che contiene le misure da adottare per garantire la tutela della salute di studentesse, studenti e personale, ma anche impegni che guardano al futuro e al miglioramento della scuola come il contrasto delle classi cosiddette ‘pollaio’, una battaglia che porto avanti da tempo e che rappresenta per me una priorità». Si trattava dell’ultimo tassello atteso per poter definire le regole di rientro in classe, anche se molti elementi chiave- come l’uso della mascherina- saranno comunque demandati alle scelte del Comitato tecnico scientifico che si riunirà a fine agosto.
Soddisfatti pure i sindacati, che avevano fatto resistenza nell’approvazione per mancanza di risposte certe sulle risorse messe in campo: è«innegabile» che si stiano mettendo sul piatto della bilancia molte più risorse, hanno affermato, definendo il momento «storico», perché «si superano le norme del 2008 che avevano portato ai tagli e alle classi pollaio», con riferimento alle norme dell’ex ministro Gelmini che hanno portato, fra l’altro, all’innalzamento del numero di alunni per classe. Oltre alla parte iniziale, contenente le misure già più volte considerate essenziali per il rientro in classe, c’è anche una seconda parte del protocollo dove ministero e sindacati si assumono impegni reciproci per garantire un miglioramento dell’attività scolastica come appunto l’intenzione di avviare un iter normativo per affinché venga fissato un tetto massimo sul numero di alunni nelle classi.
L’help desk
Ci sarà un servizio dedicato di help desk per le istituzioni scolastiche, per richiedere assistenza via web, prenotazioni di chiamata e contattare il numero verde 800903080 attivo dal 24 agosto, dal lunedì al sabato, dalle 9:00 alle 13:00 e dalle 14:00 alle 18:00, con funzioni di front office, al fine di raccogliere quesiti e segnalazioni sull’applicazione delle misure di sicurezza e fornire assistenza e supporto operativo anche di carattere amministrativo. «È la dimostrazione che non vogliamo lasciarle sole- spiega Azzolina- Che saremo al loro fianco in ogni momento supportandole in caso di difficoltà, così come abbiamo già fatto durante gli Esami di Stato».
Cosa deve fare il dirigente scolastico
Il protocollo attribuisce in maniera chiara compiti e ruoli. Al preside, in quanto datore di lavoro, spetta il compito di comunicare le regole di gestione dell’emergenza, quindi: l’obbligo di rimanere al proprio domicilio in presenza di temperatura oltre i 37.5° o altri sintomi simil-influenzali e di chiamare il proprio medico di famiglia e l’autorità sanitaria; – il divieto di fare ingresso o di poter permanere nei locali scolastici laddove, anche successivamente all’ingresso, sussistano le condizioni di pericolo (sintomi simil-influenzali, temperatura oltre 37.5°, provenienza da zone a rischio o contatto con persone positive al virus nei 14 giorni precedenti, etc.) stabilite dalle Autorità sanitarie competenti. Sempre il dirigente dovrà garantire il rispetto delle condizioni di sicurezza, in particolare, mantenere il distanziamento fisico di un metro, osservare le regole di igiene delle mani e tenere comportamenti corretti sul piano dell’igiene. Così come sarà il preside a garantire la formazione e l’aggiornamento in materia di Didattica digitale integrata e COVID, nonché la redazione di un nuovo patto di corresponsabilità educativa per la collaborazione attiva tra Scuola e Famiglia. A sua volta ciascun lavoratore dovrà informare tempestivamente il dirigente scolastico o un suo delegato della presenza di qualsiasi sintomo influenzale o della presenza di sintomi negli studenti presenti all’interno dell’istituto.
Ingressi e uscite
Le istituzioni scolastiche con opportuna segnaletica e con una campagna di sensibilizzazione ed informazione comunicano alla comunità scolastica le regole da rispettare per evitare assembramenti. Nel caso di file per l’entrata e l’uscita dall’edificio scolastico, occorre provvedere, si legge nel protocollo, alla loro ordinata regolamentazione al fine di garantire l’osservanza delle norme sul distanziamento sociale. Ogni scuola dovrà disciplinare le modalità che regolano ingresso e uscita in modo da integrare il regolamento di istituto, con l’eventuale previsione di ingressi ed uscite ad orari scaglionati, anche utilizzando accessi alternativi.
La pulizia
È necessario assicurare la pulizia giornaliera e la igienizzazione periodica di tutti gli ambienti predisponendo un cronoprogramma ben definito, da documentare attraverso un registro regolarmente aggiornato. Nel piano di pulizia occorre includere almeno: – gli ambienti di lavoro e le aule; – le palestre; – le aree comuni; – le aree ristoro e mensa; – i servizi igienici e gli spogliatoi; – le attrezzature e postazioni di lavoro o laboratorio ad uso promiscuo; – materiale didattico e ludico; – le superfici comuni ad alta frequenza di contatto (es. pulsantiere, passamano). E’ obbligatorio per chiunque entri negli ambienti scolastici, adottare precauzioni igieniche e l’utilizzo di mascherina.
Il sostegno psicologico
A cosa può portare a livello psicologico l’epidemia? Situazioni di insicurezza, stress, ansia dovuta ad eccessiva responsabilità, timore di contagio, rientro al lavoro in “presenza”, difficoltà di concentrazione, situazione di isolamento vissuta. Ed è per questo che si promuove un supporto psicologico per studenti e personale, con sportelli di ascolto e canali di comunicazione scuola-famiglia.
La gestione di un caso sospetto
Nel caso in cui una persona presente nella scuola sviluppi febbre e/o sintomi di infezione respiratoria quali la tosse, si dovrà procedere al suo isolamento in base alle disposizioni dell’autorità sanitaria e si dovrà «provvedere al ritorno, quanto prima possibile, al proprio domicilio, per poi seguire il percorso già previsto dalla norma vigente per la gestione di qualsiasi caso sospetto». Il protocollo non stabilisce purtroppo già linee guida per capire come gestire poi l’eventuale quarantena della classe: «Per i casi confermati le azioni successive saranno definite dal Dipartimento di prevenzione territoriale competente, sia per le misure quarantenarie da adottare previste dalla norma, sia per la riammissione a scuola secondo l’iter procedurale altrettanto chiaramente normato», si legge. Chiaramente «la presenza di un caso confermato necessiterà l’attivazione da parte della scuola di un monitoraggio attento» ma sarà «l’autorità sanitaria competente» a«valutare tutte le misure ritenute idonee». Ma chi gestirà la pratica? Non si sa, ma, si legge, «sarebbe opportuno prevedere, nell’ambito dei Dipartimenti di prevenzione territoriali, un referente per l’ambito scolastico che possa raccordarsi con i dirigenti scolastici al fine di un efficace contact tracing e risposta immediata in caso di criticità». Mentre il medico competente avrà il ruolo di collaborare con Dirigente Scolastico e con il Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (RLS) nell’integrare e proporre tutte le misure di regolamentazione legate al Covid-19.
I soggetti fragili
Al rientro degli alunni dovrà essere presa in considerazione la presenza di “soggetti fragili” esposti a un rischio potenzialmente maggiore nei confronti dell’infezione da COVID-19. Le specifiche situazioni degli alunni in condizioni di fragilità saranno «valutate in raccordo con il Dipartimento di prevenzione territoriale ed il pediatra/medico di famiglia, fermo restando l’obbligo per la famiglia stessa di rappresentare tale condizione alla scuola in forma scritta e documentata».
La commissione
Per monitorare l’applicazione delle misure descritte, in ogni istituzione scolastica, il dirigente valuterà la costituzione di una commissione, anche con il coinvolgimento dei soggetti coinvolti nelle iniziative per il contrasto della diffusione del COVID-19. Sarà lo stesso preside a dirigerla.
Gli impegni
La parte che più premeva ai sindacati riguarda appunto gli impegni che il ministero si è assunto. I temi sono vari: la necessità che la rimodulazione dell’unità oraria non si traduca in una diminuzione del diritto all’istruzione per gli alunni; l’esigenza di avviare, entro l’inizio del prossimo anno scolastico, la contrattazione nazionale per regolare il lavoro agile del personale amministrativo tecnico e ausiliario. Inoltre il ministero si è impegnato ad abolire i vincoli normativi che ostacolano la sostituzione del personale docente e Ata assente: attualmente un’assenza per malattia di un collaboratore può prevedere la sostituzione solo dopo sei giorni, mettendo a rischio la vigilanza innanzitutto. Richiesta, e ottenuta, anche l’analisi del fenomeno relativo al «personale in condizioni di fragilità». Il patto riguarda pure l’incremento delle risorse per «intervenire sul fenomeno del sovraffollamento delle classi» rivedendo i parametri che hanno portato, in epoca Gelmini, al taglio del personale e alle classi pollaio. Viene infine garantita la continuità didattica: quindi no a docenti che cambiano continuamente, soprattutto per i disabili.
fonte: Ministero dell’Istruzione – Corriere della Sera
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